I could write this note in two ways: in the style of Modigliani, my fellow irreverent, or in the most simple and detailed as possible.
bet on the latter, by not plumb the depths of the various aspects of this discipline, limited to a general thought. The
zooantropologia is based and is implemented on a specific criteria: the proper relationship between man / animal seen in a perspective of growth and harmony for both.
goes without saying that the breadth of disciplines side (because they are "interspecific relationships") is required, regardless of whether the zooantropologia le voglia unire; almeno nell'intento (filosofia, storia, antropologia, etologia, biologia, scienze comportamentali, etc.).
La prima considerazione che feci quando conobbi questa disciplina fu molto semplice: a cosa serve e perché viene proposta?
Credo sia lecito rivolgersi la domanda sulla praticità di ogni cosa, soprattutto se viene offerta come un'innovazione o un miglioramento di qualcosa che sia già esistente.
In quell'epoca i cavalli venivano “domati” e non “addestrati”, mentre i cani avevano poche possibilità, a parte la convivenza pacifica nel salotto di casa: il mondo venatorio, l'attacco e difesa, gli show, e qualche sparuta disciplina agonistica che stava lentamente apparendo all'orizzonte.
Quanto alla falconeria, c'era ancora di meno; e rilegato esclusivamente al mondo venatorio – anch'esso in forte cambiamento culturale.
Bene: questa era la relazione corrente tra l'uomo e l'animale (escludendo il mondo agricolo pastorale e alimentare).
Ricordo perfettamente quanto la zooantropologia venisse – cosa che succede ancora oggi – confusa con i “metodi gentili di addestramento” o considerata un sistema risolutivo per le patologie comportamentali degli animali d'affezione.
Niente di tutto questo: dopo mesi di studio e confronto con gli zooantropologi di ogni livello mi accorsi che tutto il tempo passato con loro era in realtà un “ripasso” della My life relationship with nature in general.
Words such as "contact", "confrontation", "listening", "sharing", "expansion" and then "interspecies relationship" were not new to me or to fill their real meaning, at all.
were for me, and are solely the result of common sense, ethological studies, culture, existential and formative in the rural world of old-style (rather than academic) and an expressive-receptive ability, which is passed only through the channel empathic.
A sentence on all the spring that was in fact laid the foundation of my relationship with animals: "See the world through their eyes. "
few simple words filled with an immensity.
So where to start so if you do a great job on myself, intending later "and between" the animals through this unique meeting place that we call "dialect ethological"?
Humanity today is the compressed spaces in a poor candidate. Major cities, apartment buildings, roads, superficial relations, virtual meeting places, the bombing of input on all fronts, according to lifestyles that change from season to season if not the speed of light. People appear more quickly replaceable items for a "legal principle" that people made of spirit and emotions, and all this ricade molto spesso anche sulle dinamiche relazionali tra essere umano e animale, i quali pagano tali processi sociali nella misura in cui l'uomo si allontana dalla giusta relazione uomo-natura – quella vera e anche intraspecifica.
Molti zooantropologi dimenticano però spesso – o fanno finta di niente (il ché è peggio) – di considerare la seconda parte della parola “zooantropologia”: antropologia; con tutto quello che questa comporta, limitandosi ad esporre gli approcci corretti nei confronti una specie animale secondo un unico punto di vista e verso un'unica parte: quella animale.
Così facendo però non si può parlare di “relazione dialogica”, ma di semplice approccio corretto, which are already found in modern applications of ethology.
The cultural legacies on the relations between us and the animals come from far away and are constructed through their consciousness, culture, sensitivity and vision of life as I have said before. Are not born with us. Processes are learned and often the children of a mistaken belief.
regard to horses, to make an example of a stereotype deeply rooted in the European mentality, I might refer to Native American culture.
In the collective American Indians are the precursors of the "tame sweet." Far from it!
tongue piercing to get us through the leather straps (reins) and selection of their wild horses, who were trained in a spartan and rough (literally exhaustion) due to time (as they were constantly chased by the U.S. Army ... and hunger).
Yet faced with this citation Lakota abound, both by those who do not have anything personal to say, that by the animal rights extremist motivated more perfect romantic movie that does not study the true North American Indian culture.
So there is - above all - to restore order, an order of things that belong to man, not the animal, considering that man is having relationship problems with whatever he happens to shoot.
For this however, there are psychologists, educators, gli psichiatri e una schiera infinita di “guru” a cui affidarsi. La zooantropologia non può essere messa in parallelo con queste discipline, ma può semmai fornire uno dei tanti strumenti atti a recuperare qualcosa di vecchio come il mondo; un “vecchiume” eterno che è sempre stato lì: la relazione tra l'uomo e la natura.
Come trasportare nella quotidianità “compressa” di tutti i giorni questa disciplina, però, è un'altra faccenda; soprattutto se consideriamo che la relazione con un animale oggi è fatta di poche ore o di un giretto al parco nella stragrande maggioranza dei casi (e i “tempi” di un animale non sono i “tempi” di un essere umano).
Credo quindi che la zooantropologia sia un percorso formativo che non si possa separare da un preciso “stile di vita” - se vogliamo coglierlo pienamente. Uno stile di vita che spesso è impossibile per fattori e debolezze umane del terzo millennio, le quali imprimono una dinamica tutt'altro che zooantropologica (ma ideologica semmai) nella relazione con il mondo fin dalla nostra nascita.
Svuotarsi di un bagaglio esperienziale antropico così profondo non è affatto una “sfida”, come la vogliono far passare, ma semplicemente una scelta. Una delle tante che ogni individuo può o meno compiere nella vita.
In ultimo, vorrei dedicare al livornese Federico Caprilli questa nota, visto che nel 1907 (anno della his death) expressing the same concepts.
http://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Caprilli
0 comments:
Post a Comment